Pubblichiamo l'appello rivolto da Pinuccio SPini, esponente del Movimento Politico per l'Unità dei Focolari
Ora più che mai è tempo che tutti risvegliamo la nostra coscienza civica
Come abbiamo appreso la Consulta, cioè la Corte costituzionale ha bocciato i due referendum i cui quesiti miravano uno all'abrogazione totale della legge Calderoli e il secondo all’abrogazione in parti ripristinando di fatto il Mattarellum e che avevano raccolto più di un milione di firme.
Al riguardo desidero offrirvi il mio pensiero e cioè che personalmente speravo fossero approvati non tanto per andare a votare i referendum in quanto, essendo previsti solo nella forma abrogativa, avrebbe costretto a tornare al passato mentre è del tutto evidente che occorre trovare una soluzione che tenga conto delle diverse istanze politiche che vanno emergendo: se infatti è urgentemente indispensabile mettere mano ad una nuova legge elettorale è altrettanto importante che essa sia indispensabilmente espressione di un “ampia condivisione”, perché solo così non sarà esposta a possibili cambiamenti anche radicali ad ogni nuova legislatura. Per questo quindi mi auspicavo che la Consulta li accogliesse proprio perché i partiti, pur di evitare la votazione referendaria, sarebbero stati obbligati a ricercare insieme una posizione comune. Ora invece la strada si è fatta ulteriormente ancora più in salita.
Certo, il comunicato apparso sul sito della Presidenza della Repubblica ci rincuora in quanto afferma con riconosciuta sollecitudine (riporto per intero): “Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Quirinale il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, per esaminare le prospettive dell'attività parlamentare, con prioritaria attenzione alle riforme istituzionali, anche nelle loro possibili implicazioni costituzionali.
Si è espressa la comune convinzione che tocchi alle forze politiche e alle Camere assumere rapidamente iniziative di confronto concreto sui temi da affrontare e sulle soluzioni da concertare. In particolare, alla luce della sentenza emessa dalla Corte Costituzionale nel rigoroso esercizio della propria funzione, è ai partiti e al Parlamento che spetta assumere il compito di proporre e adottare modifiche della vigente legge elettorale secondo esigenze largamente avvertite dall'opinione pubblica”.
Credo però che non è fuori luogo, anzi sia legittimo dubitare che i tutti i partiti accoglieranno con altrettanta sollecitudine questa pressante richiesta del Capo dello Stato, in quanto l’impressione che essi danno è che non abbiano ancora ponderato con lungimiranza la gravità della situazione in cui ci troviamo. Al riguardo così ha affermato il Prof. Antonio M. Baggio: “È chiaro a tutti che la situazione drammatica che viviamo a livello nazionale, europeo, occidentale, richiede un profondo rinnovamento del pensiero e dell’azione politici. In Italia, in particolare, è necessaria una vasta e radicale azione di riforma che richiede alla classe politica una vera assunzione di responsabilità e il ritorno alla capacità di fare politica veramente, che sembra, da tempo, smarrita”.
Sul piano pratico ciò significa che tutte le forze politiche sono chiamate a cambiare il proprio modo d’essere, i criteri di scelta dei propri esponenti e dei propri rappresentanti nelle assemblee politiche, in una parola di cambiare il modo di governare il Paese stesso il quale non può più essere quello della ricerca esasperata del consenso della propria parte politica, ma piuttosto quello di governare con determinazione quei cambiamenti epocali che oggi non si possono più eludere, primo fra tutti il superamento della frammentazione per ricercare soluzioni condivise: oggi infatti, forse più che mai, è indispensabile comprendere che essi li possiamo vincere soltanto tutti insieme altrimenti saremo tutti perdenti.
Per questo dunque - come sindaci e amministratori, come impegnati nei differenti partiti e come cittadini - se davvero siamo appassionati al vero bene delle nostre città e del proprio Paese non possiamo allora non sentire il preciso dovere di premere affinché tutte le forze politiche comprendano con grande chiarezza che questa è la “CONDICIO SINE QUA NON” cioè la condizione senza la quale bisogna porsi un interrogativo: varrebbe ancora la pena andare a votare l’anno prossimo se non ci lasciano nemmeno scegliere i nostri rappresentanti? Serenamente credo che non sia assolutamente più possibile subire supinamente di essere umiliati in quanto ridotti a comparse: non è infatti davvero una pesante ingiustizia venire relegati unicamente a ratificare decisioni prese in modo del tutto arbitrario da pochi capi-partito?
LO DOBBIAMO FARE PER RIDARE CREDIBILITA’ ALLA STESSA DEMOCRAZIA.