L'Eco di Bergamo
- Domenica 10 Febbraio 2013
- CRONACA,
- pagina 19
«Io voto, perché il voto è futuro», «Votare è coraggio, rispetto e responsabilità», «Se non votiamo siamo colpevoli di aver rinunciato a sperare», «L'astensione non cambia una classe politica e se non voti dopo non puoi lamentarti».
Sono alcuni slogan che ieri pomeriggio sono risuonati in uno stand collocato nella piazza antistante la basilica di Sant'Alessandro in Colonna. Slogan di «passione alla politica», espressamente indirizzati da giovani ai tanti coetanei che passavano per shopping, passeggiata o happy hour.
«Io voto»
L'iniziativa – denominata «Io voto» – è stata proposta con successo da «Granello di senape», un progetto del «tavolo sociopolitico» del Centro diocesano di pastorale sociale e portato avanti da giovani per i giovani.
Il progetto conta infatti sull'impegno di 15 giovani fra i 22 e i 35 anni, ai quali prossimamente se ne aggiungerà un'altra decina. «Siamo scesi in piazza – racconta Simone Biffi, referente del progetto – per sensibilizzare al voto. L'idea nasce dalla lettura di sondaggi allarmanti: il 73% dei giovani vede nell'astensionismo un modo di protesta e dissenso al sistema politico e soltanto il 63% andrà a votare. Dire che tutti i partiti sono uguali è una grande bugia – aggiunge Biffi –. Il voto è futuro. Infatti, se noi giovani non teniamo in vita gli strumenti che ci fanno scegliere le strade da seguire, rischiamo di essere colpevoli per aver rinunciato a sperare».
Quasi 500 giovani si sono fermati incuriositi davanti all'inusuale stand, oppure sono stati fermati dall'intraprendente gruppo del «Granello di senape», ricevendo materiale di sensibilizzazione al voto. «Votare è creare un legame fra una persona e la cosa pubblica a vantaggio del bene comune – hanno detto Elisabetta e Davide ai giovani –. Non votare significa rifiutare questo coinvolgimento e quindi ci priva del diritto di replica o critica». «Il voto è come una medicina: la devi prendere se vuoi stare meglio – ha affermato invece Giovanni –. Quale più bella sensazione di aver deciso, anche solo in parte, le sorti del nostro Paese?». «Una "x" segnata su un foglio non è come tutte le altre – ha detto Francesca –. Anche a 18 anni la volontà di dare voce ai propri pensieri deve essere il motore dei giovani». Molti giovani hanno espresso il plauso per l'iniziativa, ben diversa dalle solite campagne di propaganda, altri hanno chiesto fogli da distribuire nella loro classe scolastica.Carmelo Epis
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