lunedì 20 febbraio 2012

Cattolici in politica - Bergamo c'è!

Cattolici in politica
«Negoziare i valori
ma per salvarli»
Dopo Todi, il dibattito anche a Bergamo
con il Centro per la Pastorale sociale
Pizzolato: importanti metodo e strumenti

Domenica 19 febbraio 2012
L’eco di Bergamo pag. 27

Gianluigi Ravasio
«La politica non è solo proclamazione di principi, ma richiede una traduzione proficua dei valori»: il tema del metodo e delle modalità di mediazione in ambito politico degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa da parte dei cattolici sono stati al centro della riflessione di Franco Pizzolato, docente di letteratura cristiana antica all'Università cattolica di Milano, in occasione dell'incontro «Da
Todi a Bergamo, in dialogo sul metodo» promosso dal Centro diocesano per la Pastorale sociale (Cdps).
Alla serata, moderata da Damiano Amaglio, del Tavolo giovani del Cdps, hanno portato il proprio contributo esponenti delle associazioni ecclesiali e di categoria, delle realtà sociali e del non profit nell'ambito di un confronto sul cammino avviato dopo il forum di
Todi. I cattolici, ha rimarcato Amaglio, «non possono più stare alla finestra: serve nuovo slancio e responsabilità. Bisogna incontrarsi e agire con uno sguardo rivolto al futuro. Occorre una riflessione su come la fede possa tradursi in politica».
Valori profetici
È necessario interrogarsi, ha sottolineato Pizzolato, «come trasportare in politica i valori profetici. Ai laici cristiani impegnati in politica non ha mai fatto difetto la cultura dei fini, ma dei mezzi riguardo a come realizzare le finalità indicate. È opportuno creare non un'artificiale rilevanza dei cattolici sui principi, ma una consapevolezza dell'importanza del metodo, un aspetto non ancora passato nella cattolicità italiana». «Sembra – ha rimarcato Pizzolato – che ragionare di metodo significhi tradire i principi: ma noi negoziamo i nostri valori per salvarli, non per perderli. Non bisogna guardare ai cattolici in politica che si occupano del metodo come persone che depotenziano la dottrina sociale della Chiesa». I cristiani in politica, ha sottolineato Giancarlo Traini, presidente Ucid, «soffrono oggi di credibilità: devono tornare a indicare un progetto che abbia un respiro europeo. Il cristianesimo ha inventato la globalizzazione: serve una prospettiva complessiva per non rinchiuderci in una logica solo nazionale». «Nessuno deve rinunciare alla propria identità – ha rimarcato Gianfranco Camponuovo, collaboratore del Cdps –: occorre sviluppare il confronto proprio attraverso le diversità».
Ripartire dal sociale
Ferdinando Piccinini, segretario provinciale Cisl, ha osservato come «le nuove sfide richiedano risposte nuove. È necessario riflettere su come la Dottrina sociale della Chiesa possa essere declinata nelle esperienze concrete. Dopo
Todi inizia un percorso nel quale le realtà sociali sono chiamate a dare un contributo per il rinnovamento della politica». Giuseppe Spini, dei Focolari, ha ricordato che «l'unità percepita come uniformità non va bene: occorre parlare di unità nella diversità e ritrovarsi per iniziare insieme un cammino». Anche Enrico Carminati, dell'Azione cattolica, ha rimarcato «il bisogno, non più rinviabile, di cattolici impegnati in politica. Spesso i cristiani hanno sacrificato i valori alle esigenze di partito. Ora è possibile ricostruire con il contributo dei cattolici capaci di incidere sull'etica sociale e personale». Nel laicato ecclesiale, ha aggiunto Antonello Giua, dell'Unione giuristi cattolici, «serve un percorso di mediazione per fare in modo che attraverso i principi si possano individuare le soluzioni necessarie». Gilberto Bonalumi ha posto «il problema del metodo come strumento per trasformare in politica i principi. In questa situazione sarà anche il sociale ad indicare alla politica la strada per uscire dalle sue difficoltà».
«Occorre – gli ha fatto eco Giangabriele Vertova – valorizzare le tante positività che ancora ci sono nel sociale. È necessario costruire consenso su un progetto che guardi avanti». «Non ci viene chiesto né di imporre valori – ha concluso Simone Biffi, referente del Tavolo giovani del Cdps – né di essere testimoni passivi, ma di tornare protagonisti per condividere un disegno complessivo orientato al futuro». Il confronto continuerà con altri incontri che coinvolgeranno anche il mondo della politica

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